40 anni di Walkman

Potrebbe sembrare una vita intera oppure l’altro ieri, ma credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che il Walkman, inventato da Sony, sia stato una parte di rilievo della nostra vita da giovani.

Quando è uscito sembrava davvero impossibile che un apparecchio grande come un’audiocassetta e spesso poco di più, potesse ospitare al suo interno la cassetta stessa e tutti i leveraggi, motore, elettronica e batterie, per potere ascoltare buona musica. E funzionava, cavolo se funzionava! In quel giorno la musica, quella scelta da noi (le radio portatili c’erano da tempo, ma la radio ti fa sentire solo quello che vogliono farti sentire le case discografiche, e i miei gusti sono sempre stati differenti dai loro, diciamo così) è diventata portatile.

Sono passati 40 anni da allora, e vabbè, nel frattempo il Walkman si è evoluto, digitalizzato, poi è arrivato il cellulare, poi la musica in streaming, che ha fatto quasi piazza pulita di tutti i lettori musicali.

Ma vi dico una cosa: il Walkman, e i lettori musicali in genere, non sono morti. Nel video che trovate qui sotto, realizzato da Sony per celebrare il 40esimo anniversario, si ripercorre la storia, dal primo all’ultimo, e l’ultimo è un signor lettore, che costa tantissimo, ma testimonia che ancora oggi c’è chi predilige la qualità.

5 comments on “40 anni di Walkman

  1. Il walkman, quanti ricordi…. Troppi! Per tanti anni è stato praticamente una parte stessa di me, non uscivo senza. Dopotutto, non mi stupisce che vi sia stata tanta affinità fra me e questo gadget, entrambi siamo nati a Luglio del 1979 🙂 A volta penso che la tecnologia, bellissima e affascinante, ci dia molto ma altrettanto ci tolga. Non c’è da stupirsi che molti, me compreso, sentano nostalgia dei tempi che furono… Gli anni 80, per esempio, sono gettonatissimi da questo punto di vista. Oggi non ci manca quasi nulla, siamo circondati da assistenti vocali, smartphones ipertecnologici, 5G, fibra… Ma a volta penso che stiamo andando persino oltre il necessario. La poesia di una telefonata fatta da un analogico o da una cabina, il piacere e l’impegno di scrivere una lettera o una cartolina, ascoltare una musicassetta tanto attesa senza avere miliardi di brani a disposizione su Spotify, il sottile gusto di non essere reperibili per tutto e tutti a ogni ora del giorno e della notte…
    A volte credo davvero che per certi versi stavamo meglio 30 anni fa, quando avevamo tanto ma non troppo, quando il superfluo si immaginava ma non si possedeva. Ma in fondo siamo figli del nostro tempo e oggi probabilmente nessuno, io per primo, riuscirebbe a vivere sereno senza le mille comodità a cui ci hanno fatto abituare… Giusto o sbagliato che sia, va così. Mentre scrivo, dal mio Amazon Echo suonano le prime note di River flows in you, che come ogni mattina scandiscono l’inizio della mia giornata. Guardiamo avanti, quindi… Anche se probabilmente sarà per me sempre inevitabile guardare indietro con un pizzico di rimpianto e un velo di commozione.

    1. Hai disegnato un’immagine della vita di qualche decennio fa, in relazione a quella attuale. Sono sensazioni e sentimenti che in genere solo noi che abbiamo provato possiamo capire, ma detti così, come li hai esposti, credo che possano dire qualcosa anche ai più giovani, in modo che sappiano cosa vuol dire, e di cosa stiamo parlando.
      Mi sono riletto il tuo commento un po’ di volte, e mi ci trovo in pieno.
      Un valore aggiunto, davvero bello.
      Grazie!

  2. Figurati, grazie a te per le belle parole. Diciamo che da subito ho percepito che io e te viviamo la tecnologia allo stesso modo… Con entusiasmo e fascinazione, certo, ma anche con quel tocco un pò retrò di quelli che, guardando a qualche decennio fa, possono dire “Io c’ero”, con un pizzico di orgoglio misto a nostalgia.

    1. P.S.: per certi versi trovo sia bellissimo far parte di una generazione cresciuta nella terra di mezzo della tecnologia… Abbastanza “vecchi” da ricordarsi cosa significa inviare una lettera o telefonare da una cabina ma ancora freschi fisicamente e mentalmente per riuscire ad assorbire senza difficoltà tutte le più recenti innovazioni tecnologiche… Da un certo punto di vista siamo dei privilegiati… Dei veri e proprio Tech Voyagers 😉

      P.P.S: chiedo scusa per gli involontari refusi, a volte scrivo di fretta da smartphone…

      1. Esattamente 🙂 Fra l’altro il senso di “Tech Voyager” è proprio questo, e speriamo davvero che questo viaggio ci riservi ancora tante soddisfazioni.
        In fin dei conti viaggiare è sempre bello, qualunque viaggio sia!
        A presto, e grazie ancora!

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